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Immagine del redattoreZeudi Liew

Giovani al Centro: La Forza di Creare il Futuro, Oggi



Nella storica città di Lucca, in Toscana, si è svolto un incontro diverso dal solito—niente coffee break sfarzosi, niente hotel a cinque stelle. Il focus era sull’autenticità, con prodotti locali e del commercio equo, e una sala che ha accolto ricercatori, educatori, operatori di base e organizzazioni guidate dai giovani.

Non si è parlato di idee astratte o presentazioni scintillanti, ma di iniziative concrete, guidate dai giovani e dal potere delle soluzioni comunitarie. Mi sono chiesta: cosa accadrebbe se i grandi attori riuscissero a sintonizzarsi su queste iniziative? E se altre comunità nel mondo potessero connettersi a progetti di questo tipo?

La trasformazione inizia qui—non in grandi sale conferenze, ma in spazi come questo, dove la collaborazione è autentica e le soluzioni nascono dal basso.

C’è un’immensa soddisfazione nel vedere realtà che fanno eco a Future Rights, come fa Getup, un’associazione giovanile di promozione sociale che sfida lo status quo. Getup immagina lo spazio come un luogo da creare, non da subire. Perché è di questo che stiamo parlando: della creatività giovanile troppo spesso spenta, inascoltata, lasciata ai margini. Un esempio arriva dalle domande provocatorie della presidente dell’associazione, che chiede ai ragazzi: “Che faresti se tu avessi le chiavi della tua scuola?”. Le risposte, dirette e disilluse, fanno riflettere: “Butto via le chiavi”, “Brucio la scuola”. Nessuno immagina di usarla per creare qualcosa di bello. Perché? Perché il potere decisionale resta saldo nelle mani degli adulti. Ma quando i giovani finalmente ottengono quelle chiavi, sanno fare cose meravigliose.

Getup ha fatto un passo oltre: ha spostato il centro non solo dagli adulti ai giovani – già in minoranza numerica – ma anche verso quei giovani ai margini per orientamento sessuale o percorsi educativi, trasformando le periferie in opportunità.


La stessa visione guida Portodellestorie, nata a Campi Bisenzio, una periferia dove spazi culturali e biblioteche sono spariti, lasciando posto a centri commerciali e fabbriche occupate per rivendicare i diritti dei lavori. Portodellestorie ha scelto la scrittura come strumento per dare voce ai giovani, sfidando il pregiudizio che solo i liceali possano esprimersi con forza. Qui, anche chi frequenta un istituto tecnico trova lo spazio per raccontarsi, abbattendo barriere di classe e dimostrando che le periferie non sono limiti ma possibilità.


E che dire di Smart Cooperativa, che trasforma i vuoti urbani in spazi vivi, disegnati e gestiti dai giovani? Gli spazi che un tempo appartenevano a società ormai scomparse che diventano luoghi di espressione contemporanea, dove passato e presente si incontrano grazie alla creatività giovanile.

Un esempio ancora diverso arriva da B-Side, un’associazione che prende il nome dal lato B dei vecchi vinili, spesso trascurato ma a volte capace di svelare autentici capolavori. Inserita in una piazza di un quartiere popolare di Cinecittà, B-Side ha trasformato un luogo di spaccio in un centro vitale, una palestra dove i giovani imparano e praticano le “skills” per esprimersi senza giudizi o paure, per gestire emozioni, sviluppare progetti concreti e coltivare la capacità di lavorare e vivere insieme in ascolto e rispetto reciproco. B-Side si apre anche ad altre generazioni, invitandole a sperimentare nuovi modi di creare e abitare gli spazi.


E se questa palestra diventa un modello, la visione si allarga: le stesse competenze possono essere portate fuori dal quartiere, diventando un ponte per il confronto con coetanei di altre regioni, del Paese e persino dell’Europa. Un esempio concreto è rappresentato dai giovani che partecipano al Parlamento Europeo Giovani, protagonisti di dialoghi su scala internazionale e ambasciatori di cause giovanili ai tavoli decisionali dove si costruisce il futuro delle comunità.



Quando parliamo di spazi e tempi, non possiamo ignorare l’esperienza di Libera, che da anni invita le associazioni giovanili a cambiare narrazione. Non più giudizi o pregiudizi, ma fiducia nella capacità dei giovani di costruire impegni nuovi, diversi, possibili. Lo stesso spirito anima chi, dopo un’adolescenza difficile in un centro educativo – non per torti commessi ma subiti – ha saputo trasformare il dolore in opportunità. Grazie a percorsi di crescita personale e collettiva, spesso complessi, questi giovani sono riusciti a comprendere e superare sofferenze e ingiustizie, riscoprendosi visibili e protagonisti. È il caso dell’associazione Generazioni Fuori dal Comune, composta da studenti e lavoratori, nata proprio per offrire uno spazio politico alle nuove generazioni, spesso inascoltate. Questa associazione ha saputo partecipare alle elezioni amministrative, portando la voce giovanile nei luoghi della politica, dove troppo spesso risulta ancora assente.

La forza del cambiamento si intreccia anche con chi, giungendo da lontano, trova qui una nuova casa. LAssociazione Tutori Minori Stranieri Non Accompagnati, attraverso progetti come Raccontaminarsi, accompagna giovani migranti con percorsi che valorizzano l’arte e i diritti dell’infanzia. Con murales e street art, raccontano storie di resilienza e dignità, superando le barriere linguistiche per lasciare un segno nelle città.


Spicca anche l'esperienza di un giovane tedesco, parte del gruppo di Trails Angel, che ha trovato nei territori toscani un luogo di bellezza storica, artistica e naturale. Qui, ha saputo offrire una prospettiva esterna, trasformando la sua esperienza in percorsi turistici che coniugano la valorizzazione del patrimonio locale con un forte impegno per la salvaguardia ambientale. È un esempio di come i giovani possano connettere i valori universali a un’azione locale, arricchendo il dialogo tra culture.


Tutti questi progetti come questi dimostrano che, quando il mondo ti volta le spalle, si può partire dal proprio territorio, dalla comunità, dalla scuola. E se nessuno ti ascolta, sii tu il promotore del cambiamento. I giovani non possono permettersi il lusso di essere pessimisti, perché la loro creatività è il motore dell’adesso. Lasciarsi andare al “non serve a niente” significa fermarsi. Invece, quando la politica si avvicina ai giovani, anziché aspettarsi il contrario, si aprono opportunità straordinarie.

La narrazione che dipinge i giovani come immaturi o incapaci crea solo immobilismo. Ma quando si dà loro carta bianca, emerge un potenziale immenso. Lo dimostrano i comuni e le province della Toscana, dove le iniziative promosse dai giovani per i giovani hanno trasformato comunità intere. Quanti artisti, quanti geni erano giovani? Se continuiamo a rimandare il futuro, rischiamo di perdere l’energia e l’originalità che appartengono solo all’adesso. Partecipare significa conoscersi, crescere, arricchirsi. Il cambiamento è già qui. Si chiama gioventù.


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