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  • Immagine del redattoreZeudi Liew

Il bisogno di una cultura giovanile basata sull'antifascismo. Oggi, torna la pastasciutta antifascista

 

Dichiaro di essere antifascista. Lo scrivo lo dico e lo manifesto con il voto, in piazza con giovani e meno giovani, indossando anche una maglietta con donne partigiane e una bandiera pro Palestina che sventola dalla finestra. Riprendo i pensieri di Christian Raimo, scritte 10 anni fa e tristemente ancora attuali, anzi più necessarie che mai.


Essere antifascisti non significa soltanto opporsi a un'era storica specifica. I ragazzi e le ragazze con cui mi confronto spesso mi chiedono: cosa significa oggi essere antifascisti? È davvero necessario dichiararlo? La mia risposta è sì, è fondamentale affermarlo. Non solo in Italia e per i giovani italiani ma anche per tutti quei giovani per cui i valori antifascisti sono fondamentali per la conquista di una democrazia e di libertà. Anche chi non ha una conoscenza approfondita della storia deve comprendere alcuni principi fondamentali: il rispetto per gli altri, indipendentemente dall'etnia o dalla cultura, la tutela delle libertà essenziali, il rifiuto della violenza contro i più vulnerabili, e la resistenza a tutto ciò che promuove l'oppressione, l'autoritarismo, l'ingiustizia, l'antidemocrazia e il pregiudizio.

Antifascismo è una parola cruciale, un termine che spesso pronunciamo con esitazione, come se fosse relegato a un'epoca remota. Invece, è una parola che ha un significato rilevante anche oggi, rappresentando una visione del mondo, una convinzione contraria a tutte quelle ideologie che negano spazio alla libertà, alla tutela dei diritti umani e alla giustizia per gli oppressi. Dunque, cosa significa essere antifascisti oggi? Significa opporsi al fascismo, che certamente non si manifesta più con l'olio di ricino e un Duce che arringa dalle balconate, ma con nuove forme e neologismi che si fanno strada sempre più insidiosamente nei dibattiti politici, nelle discussioni pubbliche e nei contesti educativi, guadagnando un'influenza sempre più minacciosa.

Di fronte agli ultimi eventi, come le aggressioni violente di CasaPound contro un giornalista e l'incitamento all'odio contro minoranze etniche, religiose, migranti e persone di diverso orientamento sessuale, non possiamo negare che esiste una crisi dell'antifascismo, nonostante esso sia ancora presente. Questa crisi nasce dall'isolamento delle generazioni, dalla mancanza di dialogo e dall'assenza di ponti di ascolto, tanto nella famiglia quanto nella scuola, che evidentemente ha promosso l'antifascismo in modo insufficiente e fragile.

Tuttavia, se da un lato alcuni giovani abbracciano movimenti di estrema destra come CasaPound, non possiamo ignorare i grandi movimenti di solidarietà di tanti altri giovani che, pur non partecipando politicamente, chiedono giustizia sociale, tutela dei diritti ambientali, difesa dei più deboli e dei diritti umani. La manifestazione dei propri valori non avviene solo attraverso le urne, ma anche nelle piazze, e continuo a credere fermamente nella partecipazione giovanile per la promozione dei valori antifascisti.

Per chi non conoscesse la storia della famiglia Cervi, vi invito a leggere quanto segue e a preparare un piatto di pasta, che oggi avrà un valore ancora più speciale.

Il 25 luglio 1943, a seguito della riunione del Gran Consiglio del Fascismo, Mussolini venne destituito e arrestato. Dopo 21 anni, terminava il governo del Partito Fascista. I Cervi non appresero immediatamente la notizia della caduta di Mussolini, poiché erano impegnati nei campi. Fu solo sulla via del ritorno a casa che incontrarono numerose persone in festa. Sebbene sapessero che la guerra non era finita, decisero di celebrare comunque l'evento, un momento di pace dopo 21 anni di dittatura fascista. Si procurarono la farina, presero a credito burro e formaggio dal caseificio e prepararono chili di pasta.


Una volta pronta, caricarono il carro e la portarono nella piazza del paese di Campegine, pronti a distribuirla agli abitanti. Fu una festa in piena regola, un giorno di gioia in mezzo alle preoccupazioni per la guerra ancora in corso. Anche un ragazzo con indosso una camicia nera, forse l'ultima rimasta, fu invitato da Aldo a unirsi e a mangiare il suo piatto di pasta.

Sempre antifascista, buon 25 luglio a tutti coloro che lottano per la liberazione e contro i regimi fascisti e dittatoriali.

Sarà per questo che come mio nonno, amo la pasta da morire




Grazie a Floramei_thepositiveseeds per le sue cartoline solidali!

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